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Test Cognitivo numerico, logico e comprensione di un testo

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Osserva attentamente i diagrammi seguenti. Un sondaggio europeo mostra che si spendono molti soldi per comprare regali. Quanto ha speso in media uno svedese per l'acquisto di un regalo nel t3?

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(Continuare con le fonti d'informazione della domanda 1). Quale paese ha speso di più in acquisti di regali per abitante nel t3?

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(Continua con le fonti di informazione della domanda 1). Gli abitanti di quale paese hanno fatto i regali più economici in media nel t3?

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(Continua con le fonti di informazione della domanda 1). Con la ripresa dell'economia, ci si aspetta un aumento dell'importo totale speso per l'acquisto di regali in t4. Questo importo totale aumenta esattamente con la stessa percentuale in tutti e quattro i paesi. Quale importo totale spenderanno i Paesi Bassi per i regali nel t4?

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Osserva attentamente i diagrammi seguenti. Supponiamo che il numero di palline fuori dalla vasca delle palline sia distribuito uniformemente durante il giorno. Quante palline verdi saranno fuori dalla vasca delle palline alle ore 12.00?

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(Continua con le fonti d'informazione della domanda 5). Cosa rappresenta la linea 4 nel grafico della fonte d'informazione 2?

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(Continuare con le fonti di informazione della domanda 5). Supponendo una distribuzione omogenea durante il giorno, quale percentuale delle palline sono fuori dalla vasca delle palline alle ore 15.00?

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(Continuare con le fonti di informazione della domanda 5). Qual è il costo netto all'anno per la raccolta delle palline quando un dipendente raccoglie 60 palline al minuto?

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Un reticolo stradale consiste in una serie di strade percorribili da nord a sud e in una serie di strade percorribili da est a ovest. A ogni intersezione vi è una rotatoria. A causa di alcuni lavori in corso, Michele non può percorrere il tragitto con la sua auto direttamente dal punto X al punto Y: partendo dal punto X, viaggia verso est per 2 minuti, quindi in direzione nord per 3 minuti, poi in direzione ovest per 2 minuti, infine verso nord per 3 minuti fino a raggiungere il punto Y. Se Michele viaggia a una velocità media di 30 km/h in ogni tratto del suo percorso, qual è la distanza in linea d’aria tra il punto X e il punto Y?

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Al supermercato le confezioni di caffè da 500g sono sempre in offerta speciale, tuttavia le offerte variano di settimana in settimana: Settimana 1: una confezione da 250g in omaggio con l’acquisto di 2 confezioni; Settimana 2: 25% di sconto sul prezzo intero; Settimana 3: una confezione in omaggio con l’acquisto di 3 confezioni; Settimana 4: 10% di sconto sul prezzo indicato e ulteriori 100g in omaggio; Settimana 5: con l’acquisto di una confezione, la seconda è a metà prezzo. Sebbene le quantità cambino, il costo del caffè per 100g in ciascuna delle offerte sopra elencate rimane invariato tutte le settimane, eccetto una: quale?

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La capacità umana di un comportamento orientato verso il gruppo è rafforzata da un’altra caratteristica di molti animali sociali: il rifiuto degli estranei. La maggior parte delle api, delle vespe e delle formiche, ad esempio, ha un odore particolare, specifico del proprio alveare o nido, che permette agli altri membri del gruppo di identificarla. Gli estranei, o i residenti che si portano appresso odori estranei, vengono di solito scacciati o uccisi. I ratti vivono in branchi organizzati i cui membri si identificano e tollerano a vicenda. Guai al ratto estraneo che viene introdotto in un branco che vive in armonia. Le grandi scimmie che vivono al suolo (macachi e babbuini), il cui comportamento in certi casi fa pensare al nostro di alcuni milioni di anni fa, vivono in gruppi rigidamente organizzati dove gli estra-nei vengono tollerati solo raramente mentre l’aggressione tra i gruppi è frequente. Ancora una volta, si tratta di un modello che ha senso dal punto di vista dell’educazione biologica, perché i membri di questi gruppi relativamente chiusi sono spesso anche parenti genetici. 

In molti popoli tribali, il termine per “essere umano” è il nome della tribù: perciò, i membri di un’altra tribù non sono per definizione umani. Non è un caso che in molte tribù di cacciatori di teste dell’Amazzonia l’uccisione di un compagno di tribù sia un omicidio, mentre quella di un estraneo è “caccia”. Definendo veramente umani solo gli amici e paren-ti, i membri del gruppo sono liberi di trattare quelli di un gruppo esterno in maniere che non sarebbero socialmente accettabili verso i parenti genetici. 

In generale l’uccisione di un membro della propria tribù è proibita, mentre magari viene incoraggiata l’uccisione dei membri di un’altra tribù. Dopo tutto, un membro di una tribù estranea non è un essere umano. Non è un semplice sofisma, ma un dato fonda-mentale nella vita di molta gente, che la dice lunga su una visione del mondo nella quale è riconoscibile l’intervento spesso spiacevole dell’evoluzione. La selezione per parentela è attinente a questa doppia morale dell’omicidio, perché un nemico caduto ha meno proba-bilità di essere portatore degli stessi geni di chi lo uccide. 

Proponendo l’idea che la xenofobia abbia alla base una tendenza biologica, non inten-diamo con questo dire che in tutti gli individui o i gruppi questo tratto si esprima al cento per cento: ricordiamoci che i geni delimitano una gamma di espressione possibile, più che determinare rigidamente una precisa caratteristica. Questa apparente ambiguità vale par-ticolarmente per i tratti comportamentali che possono essere facilmente modificati dalla cultura. Sia chiaro, però, nella misura in cui esistono tendenze xenofobe, esse generano una preoccupante sensibilità a una propaganda che presenti gli stranieri come criminali, immorali, non del tutto umani, e certamente sleali.  

La tendenza umana a formare gruppi di affiliati escludendo gli estranei si riflette in molti aspetti della nostra vita, e agisce nelle culture come tra di esse. Comincia con le “com-pagnie” che formano i bambini, e continua con i club esclusivi, le confraternite, i gruppi femminili, i sindacati locali, le associazioni assistenziali e i partiti politici. Oltre a queste affiliazioni puramente culturali, che si formano soprattutto per libera scelta e con uno sfor-zo personale, esistono entità culturali delle quali si entra a far parte dalla nascita, e rispetto alle quali è raro, anche se possibile, operare una scelta. La religione, il gruppo etnico e la nazionalità ne sono ottimi esempi. Oltre a ciò, le vistose differenze fisiche su base genetica forniscono un utile spunto di riferimento per le tendenze discriminatorie dell’uomo. Un caso esemplare sono le differenze razziali del colore della pelle. E quando queste differenze non esistono, siamo noi a fabbricarle con l’abbigliamento, il linguaggio, l’accento, le parole d’ordine segrete, il segno zodiacale, o altre associazioni totemiche.  

Gli esseri umani sono chiaramente portati a escludere quegli individui che sono vi-sibilmente diversi da loro in qualunque senso. Questo comportamento nella sua forma pura relativamente primitiva è probabilmente biologicamente adattivo perché nella mag-gior parte degli animali, la malattia è una delle cause principali di mortalità, forse più im-portante di quanto ci si renda conto solitamente. Dato che molte malattie possono venire trasmesse da individui infetti, è vantaggioso riuscire a impedire in qualche modo che gli animali malati entrino in contatto con quelli sani. Così, in molte società animali spesso gli individui malati o sfigurati vengono perseguitati ed esclusi dal gruppo. Di norma, chi è diverso viene messo al bando. 

Purtroppo, negli esseri umani la “diversità” è molto più spesso una funzione delle oc-casioni, delle idee e delle inclinazioni (cioè della cultura) che una condizione biologica. I solitari, gli eccentrici, gli uomini con capelli e barba lunghi, quelli che vanno in giro a piedi nudi, le donne senza reggiseno, gli “stravaganti” di ogni tipo suscitano l’ostilità della socie-tà. Solo difendendo a spada tratta la tolleranza, perché riconosciamo che in ultima analisi la società funziona meglio mantenendo la libertà e la diversità, ci salveremo dall’omogei-nizzazione soffocante che risulterebbe se non si ponesse freno a questa xenofobia d’origine evolutiva.  

Spinti dall’evoluzione, tendiamo perciò a difendere e proteggere la nostra prole, fa-vorire i nostri parenti, identificarci col gruppo, reagire alla psicologia della folla con una propensione alla violenza e una diffidenza verso gli esterni e tutti quelli che sono diversi. L’interazione tra il nostro retaggio biologico e quello culturale ci lascia irretire in un com-plesso mosaico di bello e bestiale, di problemi e possibilità. 

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Nella comunità umana la diversità

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L’autore

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Individua tra le seguenti l’affermazione che non coincide con quanto espresso nel brano

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La xenofobia

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Quale di queste affermazioni concorda con quanto espresso dal brano

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